(detto
Merlin de Douai). Giurista e uomo politico francese. Avvocato al
Parlamento di Fiandra, fu delegato per il Terzo Stato del baliaggio di Douai
agli Stati Generali del 1789. Fu uno dei più esperti legislatori
dell'Assemblea costituente, stendendo gli atti relativi all'abolizione del
regime feudale e del diritto di primogenitura. Presidente del Tribunale del Nord
nel 1791-92, fu eletto alla Convenzione dove, pur votando la pena di morte per
Luigi XVI, fu tra i deputati più moderati e fautore della caduta di
Robespierre. La sua influenza crebbe gradualmente e, mentre preparava la
revisione del Codice Penale che restò poi in vigore fino al 1811, fu
membro del Comitato di salute pubblica e con l'istituzione del Direttorio due
volte ministro della Giustizia; tra il 1797 e il 1799 fu a sua volta direttore.
Con l'ascesa di Napoleone, di cui era stato da subito sostenitore, ebbe
incarichi di rilievo: guidò le sue riforme legislative, fu procuratore
generale alla Corte di Cassazione nel 1801, consigliere di Stato a vita e
cavaliere dell'Impero nel 1808, conte nel 1810 e infine ufficiale della Legione
d'onore. Dopo la Restaurazione fu costretto all'esilio e tornò in Francia
solo dopo la Rivoluzione del 1830. Tra le sue opere ricordiamo
Répertoire de jurisprudence (18 voll., 1827-28) e
Recueil
alphabétique des questions de droit (8 voll., 1827-28) (Arleux, Douai
1754 - Parigi 1838).